Chi l’ha detto che non si possa diventare scrittori a 13 anni? La casa editrice Beisler e l’editor Chiara Belliti lanciano il progetto nazionale “DIVENTARE LIBRI” dedicato alle Scuole, presentato a Bologna durante la Children’s Book Fair 2023, in cui i ragazzi e le ragazze immaginano, scrivono, illustrano le loro storie che poi diventano dei veri e propri libri distribuiti nelle librerie.
Un vero e proprio laboratorio di scrittura e umanità per raccontare e praticare i mestieri editoriali, ovvero le professionalità che insieme “costruiscono” il libro.
Il progetto è partito da Roma dove due intere classi della scuola media I.C. Padre Semeria hanno pubblicato 8 brevi storie dando vita a unlaboratorio vivo e fertile in cui 42 ragazzi, divisi in 8 redazioni, hanno immaginato, scritto, illustrato, comunicato 8 storie che sono divenute libri, il prodotto tangibile della loro fatica. I 42 “scrittori” sono partiti da zero, in prima e seconda media e grazie a una collaborazione eccezionale tra un editor professionista, Chiara Belliti, la casa editrice Beisler e i docenti hanno portato a termine un’opera che compete, sugli scaffali delle librerie, con le opere dei grandi maestri.
Il progetto “Diventare Libri” è un laboratorio vivo e fertile in cui i ragazzi e le ragazze immaginano, scrivono, illustrano le loro storie. Seguiti dalla loro editor di riferimento, lavorano con altrettanti professionisti alla grafica, alla comunicazione dei volumi, accompagnandoli fino alla stampa. Ascoltano la voce di scrittrici raccontare le loro opere, scoprendo il “dietro le quinte” di un libro, riconoscendo il valore e il peso delle parole, consolidano il concetto di lavoro di squadra, acquisiscono i rudimenti dei “mestieri” editoriali. E infine toccano con mano la fatica del loro lavoro che diventa un libro Beisler: dalla teoria alla pratica quindi, in un progetto comune dove tutti, nessuno escluso, ha avuto parte. Toccare con mano il frutto del proprio lavoro regala stupore e meraviglia, rafforza la fiducia in sé stessi, e l’idea che il lavoro di squadra vince sempre.
Dichiara la Belliti: «Diventare libri, un titolo che è metafora viva, anzi vivente, è stato da me subito ribattezzato “la scuolina della Garbatella”. Pare un luogo antico e a vederlo da fuori lo è. Un insieme di edifici prefabbricati, dignitosi e tristi, le aule strette, le pareti in cartongesso troppo vissute. Eppure in quella scatola ci sono persone- i ragazzi e le ragazze, le insegnanti e gli insegnanti, la preside, i bidelli, che lavorano tantissimo per accompagnare gli studenti nell’età adulta. E se davvero le storie salvano la vita, i miei giovani scrittori sono già salvi. Quanto a me, mi salvo ogni volta che lavoro a una storia. E i ragazzi lo hanno capito. Non sono stata la loro prof, ma Chiara editor anche bravina. Hanno riconosciuto il mio ruolo e il loro ruolo, in questa straordinaria avventura. Svelando identità fantastiche e profonde. È il miracolo della scuola che opera attraverso le pratiche attive e con ago e filo, ricuce gli strappi generazionali e fa brillare le differenze.» Chiara Belliti è editor di numerosi autori e autrici italiane.
Storie illustrate che vanno da Roma a Cassino, da Sydney a New York per arrivare fino in Canada, o che partono dalla Georgia e dalla California, vere, reali, per poi giungere, attraverso misteriosi portali, in immaginari mondi sotterranei. I racconti scritti da questi giovani sono spesso divertenti e surreali, altrettanto spesso terribilmente seri, tragici. Come anche i temi che trattano: la solitudine, il bullismo, l’amicizia, le dipendenze, l’amore. Alcune assomigliano a favole, ma non sempre a lieto fine, quasi distopiche; in altre si dà spazio al sogno, visto che in molti casi i protagonisti sono adolescenti.
Dichiara Marco Dallari, docente di Pedagogia Università di Trento e sostenitore del progetto Beisler: «Chiara Belliti ha messo in atto l’esperienza pedagogica per eccellenza, quella che la nostra scuola, ossessionata dagli apprendimenti e dalle valutazioni, trascura o addirittura ignora: aiutare bambine e bambini, ragazze e ragazzi, ad esprimere sé stessi e costruire la loro coscienza identitaria. L’identità personale e l’autorappresentazione che l’accompagna, cioè saper rispondere con sufficiente attendibilità e autenticità alla domanda “chi sono io?” e saper fare testimonianza di questa consapevolezza, dovrebbe essere il primo obiettivo di ogni progetto educativo, e ogni altro orpello cognitivo dovrebbe esserne complemento e corollario».
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